Il progetto generale del servizio, anche attraverso ipotesi di percorsi individualizzati, costruiti su dati osservativi e conoscitivi, si propone lo scopo di incentivare, potenziare e mantenere uno sviluppo individuale in autonomia inteso come insieme di cambiamenti che possono riguardare tutte le aree di personalità delle persone seguite.
Per autonomia si intende un processo che vede interagire contemporaneamente e in modo interdipendente la persona con disagio, il Servizio, la famiglia e il territorio.
In questo processo il “saper essere” e il “saper fare” sono in un rapporto circolare.
L’autonomia è intesa in almeno quattro ambiti centrali:
- autonomia individuale vista come coscienza di sé, dignità personale e accettazione dei propri limiti, cura della propria persona, capacità di superare le diverse forme di dipendenza, capacità di scelta
- autonomia relazionale intesa come capacità di differenziare gli ambienti, i contesti di vita, e muoversi in essi nel rispetto del proprio benessere e della propria dignità
- autonomia sociale come capacità di stare in contesti gruppali rispettandone e tollerandone le regole e i vincoli
- autonomia nella gestione della casa e dei propri interessi intesa come capacità di gestire in modo equilibrato il rapporto tra obblighi e interessi personali (lavoro, hobby, ecc…)
DESTINATARI DEL PROGETTO
Gli ospiti di un Servizio di Formazione all’Autonomia sono disabili adulti (18 – 35 anni) con inabilità mentali non gravi, già in possesso di alcune autonomie personali, ma che spesso presentano una gamma di problemi più vasta rispetto ai disabili fisici; è lecito, perciò, supporre che tali persone abbiano potenzialità minori di autodeterminazione. In realtà, non sempre alle disabilità del comportamento e della comunicazione corrisponde una incapacità di espressione del desiderio, della volontà, della soddisfazione o dell’insoddisfazione. Lo stesso servizio è, però, rivolto anche ad adolescenti (14/18 anni) che seguano parallelamente corsi di formazione, stage, tirocini o che semplicemente, dopo la scuola dell’obbligo, non abbiano ancora una collocazione.Alcuni di essi, in particolare, non sempre sono in grado di provvedere alla cura della propria persona, hanno difficoltà di comunicazione, risentono di un contesto di crescita culturalmente povero e di conseguenza faticano ad identificare i propri bisogni.
FINALITA’ DEL PROGETTO
L’attività del Servizio ha come obiettivo primario il raggiungimento della massima autonomia possibile per ogni individuo e consiste nell’offrirgli occasioni per utilizzare al meglio le proprie capacità e quindi per emanciparsi dalla dipendenza nei confronti dell’altro.
Ci proponiamo, quindi, di offrire ai nostri ospiti un luogo di accoglienza e socializzazione, in cui svolgere attività di formazione, educative e di intrattenimento, ai fini di costruire un tessuto relazionale che consenta loro di vivere una serie di esperienze in contesti di vita quotidiana, al fine di sviluppare l’autonomia personale attraverso il potenziamento delle proprie risorse e l’acquisizione di nuove e più specifiche competenze.
L’integrazione sociale è uno degli elementi cardine di questo progetto, in quanto si intende promuovere l’espressione delle persone non solo all’interno degli appartamenti ma soprattutto, fuori, all’esterno, nell’ambito della comunità di appartenenza.
Compatibilmente con i limiti imposti dalla patologia personale, ad ognuno viene offerta la possibilità concreta di spendere al meglio le abilità possedute in ogni ambito della vita quotidiana, il superamento del bisogno dell’altro per arrivare ad integrarsi attivamente nella rete dei servizi presenti sul territorio.
La creazione di rapporti costruttivi sul territorio di appartenenza del servizio, basato su un iniziale lavoro assai delicato e complesso, legato anche
all’acquisizione delle competenze comunicative adeguate,
all’apprendimento di tecniche difensive,
all’affermazione della propria responsabilità e adultità,
alla creazione di spazi di autentica integrazione sul territorio di appartenenza del servizio, in modo molto soddisfacente.
MODALITA’ D’INTERVENTO
Occuparsi di persone con disagio significa quindi abituarsi a sollecitare e monitorare cambiamenti anche piccoli, che si realizzano nell’arco di tempi molto lunghi; significa anche lavorare nella direzione del miglioramento della qualità della vita della persona, nell’ottica del rispetto delle caratteristiche della stessa, delle sue potenzialità ma anche dei suoi limiti.
L’équipe educativa della nostra cooperativa determina tre obiettivi specifici come risposta ai bisogni espressi:
- incentivazione dell’autonomia personale
- miglioramento della qualità della vita
- aumento e mantenimento delle conoscenze e delle competenze e loro ricaduta funzionale
E’ evidente che tali obiettivi si declinano in maniera differente a seconda delle specifiche caratteristiche di ogni singolo individuo (patologia, storia pregressa, capacità di adattamento, contesto familiare, ecc…).
La modalità d’intervento, da parte degli educatori, consiste nel ritenere che la persona con disagio esprime sia bisogni evolutivi sia bisogni esistenziali, bisogni di apprendimento ma anche di benessere, e ciò indipendentemente dalla specifica patologia e modalità di funzionamento individuali.
Gli operatori, dopo aver monitorato le abilità di base del singolo individuo, lavoreranno sul potenziamento delle stesse e delle abilità sociali, guidando il disabile all’interazione con il territorio e gli altri Servizi; valuteranno l’idoneità del soggetto attraverso un periodo di prova, presa in carico, osservazione e monitoraggio delle abilità di base e progettazione; elaboreranno moduli di formazione per gli ospiti con disabilità cognitive di lieve o media entità, affinché acquisiscano maggiore consapevolezza della propria persona e degli strumenti che possono migliorare autonomia e qualità della vita.
Percorsi socializzanti
All’interno dei diversi percorsi formativi individuali strutturati per la definizione e il raggiungimento di un proprio ruolo adulto e di un buon livello di autonomia personale, ha un ruolo particolarmente importante anche il potenziamento dell’autonomia sociale, in quanto l’integrazione del singolo sul territorio di appartenenza assicura gratificazioni immediate ed esperienze di vita ricche e stimolanti.
I percorsi socializzanti hanno la finalità di
- avvicinare il singolo ospite coinvolto nel progetto ad un’attività formativa, che consideri sempre le sue reali possibilità
- rendere possibile la crescita globale della persona, la sua auto realizzazione o auto soddisfazione, la presa di coscienza dei propri interessi, delle proprie capacità personali e dei propri limiti
- potenziare le abilità personali sociali e relazionali, per favorire una buona integrazione sul territorio
- stimolare la motivazione, la responsabilità e il grado di impegno personale
- potenziare e sviluppare o semplicemente mantenere le abilità manuali
- prendere coscienza dell’ importanza del rispetto delle regole e degli orari previsti
stimolando la scoperta e la valorizzazione delle potenzialità, anche se nascoste, del singolo, al fine di superare i limiti dettati dalla timidezza, dalla paura o dal nuovo e favorire così l’integrazione in un gruppo (spesso a bassa, se non a nulla protezione).
L’osservazione dei comportamenti rivestirà una funzione fondamentale e si avvarrà soprattutto di un referente interno al servizio che accoglie l’ospite (salvo casi in cui non sia prettamente necessario, durante le ore previste dal percorsi socializzante svolgono le attività senza l’ausilio dell’operatore SFA).
La verifica della validità di ogni percorso e l’eventuale aggiornamento è periodica, la valutazione continua ed analitica, e tiene conto della situazione di partenza della persona e del suo ritmo di apprendimento, avendo come punto di riferimento anche i progressi minimi sia nel processo di socializzazione, sia nell’ acquisizione di un compito preciso.
Percorsi finalizzati all’inclusione sociale
- Proposti ad ospiti che non appartengono già al servizio SFA -
Attraverso il concetto di inclusione sociale si intende arrivare al riconoscimento di un diritto in netto contrasto con il suo opposto: l’esclusione.
Infatti, le strategie e le azioni previste devono tendere prima a rimuovere quelle forme di esclusione sociale di cui le persone con disabilità soffrono o potrebbero soffrire nella vita quotidiana, come ad esempio il mancato apprendimento delle competenze sociali e di vita, l’esclusione dal mondo del lavoro, le esperienze affettive vivibili appieno spesso solo in famiglia, la scarsa partecipazione alle attività sociali e di tempo libero.
Favorire l’inclusione sociale significa porre la questione disabilità nella dimensione sociale del diritto di cittadinanza, in quanto si cerca di rendere il “disabile” cittadino a tutti gli effetti.
L’intervento prevede, pertanto, la promozione di condizioni di vita serene e un sistema di relazioni soddisfacenti, all’interno della zona di appartenenza come nella rete dei servizi offerti dall’intera città.
Agire sul territorio significa creare occasioni d’incontro, di scambio, di conoscenza, di condivisione e dialogo, in grado di coinvolgere le realtà sul territorio sia attraverso proposte che sappiano creare le condizioni ideali per la costruzione di relazioni positive sia attraverso la costruzione di reti informali.
Se la finalità è quella di mettere la persona nella condizione di imparare a sentirsi parte della comunità e di contesti relazionali dove poter agire, scegliere, ma soprattutto vedere riconosciuto il proprio ruolo e la propria identità e accrescere la propria autostima, gli obiettivi, invece, sono
Potenziamento delle personali capacità necessarie per integrarsi concretamente sul territorio e per prendere possesso del proprio futuro,
coinvolgimento del singolo direttamente nella progettazione e implementazione di soluzioni adatte a soddisfare gli interessi personali
creazione di opportunità di formazione o occupazione altre rispetto all’ambito lavorativo vero e proprio, ma ugualmente soddisfacenti
costruzione/mantenimento reti di raccordo e di coordinamento, quando necessarie, così come reti informali utili ad un coinvolgimento reale in progetti concreti e di varia natura.
La durata massima dei percorsi è di quindici mesi.